[IMAGE]
[IMAGE]
Unipol
Gruppo
Bilancio
2021
[IMAGE]
[IMAGE]
[IMAGE]
……….
………..
[IMAGE]
INDICE
Unipol Gruppo Bilancio 2021
9
Cariche sociali e direttive
PRESIDENTE
Pierluigi Stefanini
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
VICE PRESIDENTE
Ernesto Dalle Rive
AMMINISTRATORE DELEGATO E DIRETTORE GENERALE
Carlo Cimbri
CONSIGLIERI
Gianmaria Balducci
Antonietta Mundo
Mario Cifiello
Milo Pacchioni
Roberta Datteri
Maria Antonietta Pasquariello
Patrizia De Luise
Roberto Pittalis
Massimo Desiderio
Annamaria Trovò
Daniele Ferrè
Rossana Zambelli
Giuseppina Gualtieri
Carlo Zini
Pier Luigi Morara
SEGRETARIO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Fulvia Pirini
COLLEGIO SINDACALE
PRESIDENTE
Mario Civetta
SINDACI EFFETTIVI
Silvia Bocci
Roberto Chiusoli
SINDACI SUPPLENTI
Massimo Gatto
Rossella Porfido
DIRIGENTE PREPOSTO ALLA REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTABILI SOCIETARI
Maurizio Castellina
SOCIETÀ DI REVISIONE
EY SpA
[IMAGE]
……..
Unipol Gruppo Bilancio 2021
11
Introduzione
Scenario macroeconomico e andamento dei mercati
Scenario macroeconomico
A livello globale, il 2021 si è caratterizzato come un anno di ripresa economica, con il PIL mondiale stimato in crescita del 5,9% (nel 2020 era calato del 3,5%). La ripresa economica è stata particolarmente robusta nel secondo trimestre dell’anno, grazie al venir meno di restrizioni su larga scala e al progressivo ampliamento delle campagne vaccinali. Nel terzo e quarto trimestre, invece, la crescita è stata rallentata da crescenti rischi al ribasso dovuti, da un lato, alla diffusione di ulteriori varianti di Covid-19 e, dall’altro, all’emergere di rischi inflattivi sempre più sostenuti, derivanti in particolar modo da difficoltà di approvvigionamento e dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia
Negli Stati Uniti il PIL è cresciuto nel 2021 del 5,7% (-3,4% nel 2020). La ripresa è stata particolarmente robusta nel primo e secondo trimestre (+1,5% e +1,6% sul trimestre precedente) ed è poi proseguita nel terzo e quarto trimestre (+0,6% e +1,7% sul trimestre precedente). La crescita economica è stata sostenuta soprattutto da un aumento dei consumi e degli investimenti privati e ha consentito un miglioramento nel mercato del lavoro, col tasso di disoccupazione che è calato da una media dell’8,1% nel 2020 al 5,4% nel 2021. La politica monetaria ha mantenuto un’intonazione espansiva, con la Fed che ha proseguito la politica di acquisti di titoli e mantenuto il tasso sui Fed Funds allo 0,125%. Questi fattori hanno contribuito a determinare un aumento del tasso di inflazione che si è attestato, nel 2021, in media al 4,7%, in aumento rispetto all’1,2% del 2020.
In Cina il PIL è cresciuto nel 2021 dell’8,1% (+2,2% nel 2020). La crescita cinese è stata sostenuta soprattutto da una robusta espansione della produzione industriale, che ha compensato una crescita della domanda interna meno brillante. In questo contesto il tasso di disoccupazione si è attestato, nel 2021, in media al 5,1%, mentre il tasso di inflazione medio annuo è stato pari allo 0,9%. Anche in questa fase l’economia cinese ha trainato la crescita del blocco dei Paesi emergenti, che si stima del 6,9%, a fronte del calo dell’1,6% nel 2020.
In Giappone , si stima che il PIL chiuda il 2021 con una crescita media dell’1,7%. La crescita giapponese è stata influenzata negativamente (soprattutto nel primo e terzo trimestre) da un andamento epidemico incerto e da particolari difficoltà di approvvigionamento dovute alla forte integrazione nelle catene del valore globali. In questo contesto, il tasso di disoccupazione si è mantenuto stabile e pari in media annua al 2,8%. Nonostante la politica monetaria molto accomodante (il tasso di policy è stato pari in media al -0,03%), il tasso di inflazione è stato in media negativo rispetto al 2020, con una deflazione dello 0,2%.
Nell’ Area Euro , il PIL è cresciuto, nel 2021, del 5,2% (-6,5% nel 2020). Dopo un primo trimestre negativo (-0,2% sul trimestre precedente), la ripresa economica si è rafforzata, crescendo rispettivamente del 2,2% nel secondo e del 2,3% nel terzo trimestre. A fronte di una nuova ondata epidemica, la crescita ha rallentato nel quarto trimestre attestandosi allo 0,3% rispetto al trimestre precedente. Il tasso di disoccupazione è stato, nel 2021, in media pari al 7,7%, con il dato di dicembre 2021 pari al 7,0%. In questo contesto, la politica monetaria ha mantenuto nel corso dell’anno una intonazione espansiva, con i tassi di rifinanziamento principale e sui depositi della BCE rimasti invariati (allo 0,0% e al -0,5%, rispettivamente) e l’implementazione dei programmi di acquisto di titoli annunciati durante l’emergenza pandemica (PEPP e APP). Queste misure hanno consentito un recupero del tasso di inflazione, che è stato nel 2021 pari in media al 2,6%.
Il PIL italiano , dopo il calo del 9,1% del 2020, è cresciuto, nel 2021, del 6,6%. Dopo un primo trimestre debole (+0,3% rispetto al trimestre precedente), la crescita si è rafforzata nel corso dell’anno grazie alla ripresa dell’industria e dei servizi, attestandosi al 2,7% e al 2,5% nel secondo e terzo trimestre, per poi chiudere il quarto trimestre con una crescita pari allo 0,6% rispetto al trimestre precedente. In questo contesto il tasso di disoccupazione è stato in media pari al 9,5%, col dato di dicembre 2021 pari al 9,0%. Il tasso di inflazione annuo è stato pari all’1,9% (-0,1% nel 2020).
Mercati finanziari
Gli annunci della BCE di dicembre relativi all’interruzione del PEPP a partire da marzo 2022 e le aspettative di una politica monetaria più restrittiva hanno spinto a un parziale rialzo tutte le curve europee dei tassi di interesse, soprattutto sulle lunghe scadenze. Il tasso Euribor a 3 mesi ha chiuso il 2021 stabile al -0,57%, solo 3 punti base in
[IMAGE]
Introduzione
12
meno rispetto ai valori di fine 2020, mentre il tasso Swap a 10 anni è aumentato nello stesso periodo di 56 punti base, chiudendo il 2021 allo 0,30%.
Il graduale rientro dalle politiche monetarie espansive ha contribuito a rialzare anche i tassi di interesse governativi nei principali Paesi dell’Area Euro. In Germania, il Bund a 10 anni ha chiuso il 2021 al -0,16%, in aumento di 39 punti base rispetto ai valori di fine 2020, mentre in Italia il BTP a 10 anni ha chiuso il 2021 all’1,19%, in aumento di 66 punti base. Lo spread a 10 anni tra i tassi italiani e tedeschi è pertanto risultato, a fine 2021, pari a 133 punti base, in aumento di 24 punti base rispetto al valore di fine 2020.
Il 2021 si è chiuso positivamente per i mercati azionari europei che, dopo aver superato la fase più acuta della crisi pandemica, hanno chiuso l’anno in forte rialzo. L’indice Eurostoxx 50 , riferito ai listini dell’Area Euro, ha evidenziato nel 2021 un aumento del 21% rispetto ai valori di fine 2020, mentre il FTSE Mib , riferito alle società quotate italiane, è aumentato nello stesso periodo del 14,30%. L’indice DAX , riferito alle società quotate tedesche, ha invece chiuso il 2021 in rialzo del +15,79% rispetto a dicembre 2020.
Le previsioni di disoccupazione e inflazione, unite all’analisi delle recenti tendenze del mercato del lavoro, sono alla base del cambiamento di retorica in senso restrittivo da parte della Fed rilevato nelle ultime settimane. Nel meeting di dicembre, i rischi inflazionistici e i progressi conseguiti sul mercato del lavoro in direzione del pieno impiego hanno indotto la Fed ad annunciare una maggiore velocità di riduzione ( tapering ) del ritmo degli acquisti netti nell’ambito del programma di acquisto titoli. I primi tre trimestri del 2021 sono stati comunque caratterizzati da una politica monetaria espansiva e tali misure hanno sostenuto i listini azionari statunitensi, consentendo all’indice S&P 500 di chiudere il 2021 in rialzo del 26,89% rispetto ai valori di fine 2020. Il dollaro statunitense ha subito un apprezzamento rispetto all’euro, infatti il tasso di cambio EUR/USD ha chiuso infatti il 2021 a 1,14, con un apprezzamento del dollaro pari al 7,06% rispetto al valore di fine 2020.
Il 2021 si è chiuso invece in maniera differenziata per gli listini azionari internazionali: l’indice azionario Nikkei , riferito alle società quotate del Giappone, ha chiuso il 2021 in rialzo del 4,91%, mentre l’indice Morgan Stanley Emerging Markets , riferito ai mercati emergenti, ha conseguito nel 2021 un calo pari al 4,59%.
Settore assicurativo
Nel 2021, in ragione dell’evoluzione attesa dell’ultima parte dell’anno tenendo in considerazione i dati consuntivi al terzo trimestre del 2021, la raccolta premi del mercato assicurativo italiano dovrebbe attestarsi a 143,4 miliardi di euro, in aumento del 6,3% rispetto al 2020.
Nel 2021, i premi complessivi del portafoglio diretto italiano del ramo Danni (solo lavoro diretto) si attendono in aumento del 2,2% rispetto al 2020. Nel ramo Auto , composto dai rami R.C. Auto, R.C. Veicoli Marittimi e Corpi Veicoli Terrestri, i premi raccolti dovrebbero risultare in calo rispetto al 2020 (-2,3%). Nello stesso periodo, la raccolta premi del ramo R.C. Auto + R.C. Veicoli Marittimi dovrebbe diminuire del 4,7%, mentre quella del ramo Corpi Veicoli Terrestri dovrebbe aumentare del 7,2%. Secondo la rilevazione ANIA, nel 2021 il premio medio del ramo R.C. Auto ha sperimentato una flessione del 4,0% rispetto al 2020, passando a 322 euro. L’indice ISTAT dei prezzi R.C. Auto, il cui valore riflette i prezzi di listino e non quelli effettivamente praticati dalle compagnie, ha registrato invece nel 2021 una contrazione dell’1.5%.
La raccolta premi dei rami Danni Non Auto dovrebbe evidenziare nel 2021 una crescita del 6,2% rispetto al 2020. Il comparto Salute dovrebbe registrare un aumento del 5,7%, guidato dalla forte crescita del ramo Malattia (+7,4%) e di quella più contenuto del ramo Infortuni (+4,1%). Il ramo Property dovrebbe risultare in aumento del 5,9%, grazie al buon andamento del ramo Altri Danni ai Beni (+6,3%) e del ramo Incendio (+5,5%). La raccolta premi degli altri rami Danni dovrebbe crescere invece del 5,7%, grazie all’incremento del ramo Cauzione (+10,5%), del ramo Tutela Legale (+8,3%) e del ramo Credito (+6,3%), mentre il ramo R.C. Generale dovrebbe crescere del 7,8%.
Nel settore Auto il trend negativo del canale agenziale dovrebbe proseguire nel 2021, con una raccolta premi in riduzione del 2,6% rispetto al 2020 e un peso complessivo dell’82,5% sulla raccolta totale, a fronte di un forte aumento della raccolta del canale bancario (+22.4%), di una riduzione della raccolta dei Broker (-15,5%) e di una sostanziale stabilità del canale Direct . Per i rami Non Auto la raccolta premi del canale agenziale dovrebbe aumentare del 4,2%, quella del canale bancario e Direct dovrebbe aumentare rispettivamente del 22,7% e del 15,8%, mentre la raccolta premi dei Broker dovrebbe diminuire del -3,2%.
Unipol Gruppo Bilancio 2021
13
La raccolta premi del settore Vita (solo lavoro diretto) dovrebbe aumentare nel 2021 del 7,7% rispetto al 2020, grazie soprattutto alla forte crescita della raccolta premi del ramo III (+41,4%). Dovrebbe risultare in contrazione invece la crescita del ramo I (-4,6%), del ramo IV (-1,8%), del ramo V (-19,2%) e del ramo VI (-28,5%).
Nel 2021 la raccolta del canale agenziale nel settore Vita dovrebbe aumentare del 3,1%, con un peso complessivo del 14,0% sulla raccolta totale. Dovrebbero aumentare anche i canali Consulenti e Banche , rispettivamente del 31,1% e del 5,2% rispetto al 2020, con una quota complessiva del 74,4% sul totale della raccolta, mentre i canali Direct e Broker dovrebbero diminuire dello 0,6%.
I fondi pensione
Nel 2021 la raccolta netta del risparmio gestito (fondi comuni, gestioni patrimoniali individuali, forme pensionistiche collettive e individuali) è risultata pari a circa 91,7 miliardi di euro, di cui 71,4 miliardi raccolti attraverso gestioni collettive (fondi aperti e fondi chiusi).
La gestione dei patrimoni previdenziali , con una raccolta netta pari a circa 2,9 miliardi di euro al terzo trimestre 2021, ha già ampiamente superato la raccolta netta complessiva dell’anno passato, pari a 1,5 miliardi di euro. Tale raccolta ha registrato valori sempre positivi nel corso dell’anno, con un +716,5 miliardi nel primo trimestre, +467 miliardi nel secondo e +981,1 nel terzo. Il patrimonio gestito dalle gestioni di patrimoni previdenziali (fondi pensione e piani pensionistici individuali) ammonta quindi al termine del terzo trimestre 2021 a 113 miliardi di euro, e costituisce il 4,5% del totale del risparmio gestito complessivo, in crescita del 4,6% rispetto alla chiusura del 2020.
Nel 2021, le posizioni in essere presso i fondi pensione sono aumentate di 403 mila unità rispetto a fine 2020. L’incremento annuo del 4,3% risulta superiore al 2,6% rilevato nel 2020 e leggermente inferiore al 4,4% del 2019. A dicembre 2021 si registrano quindi 9,745 milioni di posizioni in essere, di cui il 72,4% sono detenute da lavoratori dipendenti.
In linea con le dinamiche aggregate, nel 2021 si è osservata un’espansione dei fondi aperti , che hanno registrato un aumento delle posizioni in essere del 6,6%, corrispondente ad una crescita delle risorse destinate alle prestazioni pari al 14,2%. Per i fondi negoziali (comprensivi anche delle casse di previdenza) le risorse destinate alle prestazioni sono cresciute del 8,2%. Un aumento delle posizioni in essere pari al 2,9% si è osservato anche per i PIP nuovi ”, per i quali le risorse destinate alle prestazioni sono risultate in crescita del 13%. Infine, per i fondi pensione preesistenti , per i quali i dati disponibili risalgono a settembre 2021, il numero di posizioni in essere è sostanzialmente invariato rispetto a dicembre dell’anno precedente (-0,3%).
Grazie alla sostenuta crescita dei mercati azionari nel corso dell’anno, nel 2021 i rendimenti medi a 1 anno delle forme pensionistiche complementari legate a linee azionarie sono migliorati rispetto all’anno precedente. Nel 2020 infatti, i rendimenti di tali linee erano compresi tra il -1,3% registrato per i PIP “nuovi” e il + 5,6% dei fondi pensione negoziali, mentre nel 2021 si registrano valori compresi tra il +11,1% dei fondi negoziali e il +18,9% dei PIP “nuovi”. A livello generale, il rendimento osservato sui fondi pensione negoziali è passato dal +3,1% del 2020 al +4,9% del 2021, nei fondi pensione aperti è invece aumentato dal +2,9% del 2020 al +6,4% del 2021, mentre nelle linee unit-linked dei PIP “nuovi” è passato dal -0,2% del 2021 al +11,1% del 2021. Sulle gestioni separate dei PIP “nuovi” il rendimento è lievemente calato, passando dal 1,4% del 2020 all’1,3% del 2021, dato per quest’anno significativamente inferiore alla rivalutazione del TFR (3,6%) notevolmente cresciuta rispetto al 1,2% del 2020 per effetto dell’inflazione.
Mercato Immobiliare
Secondo l’Osservatorio sul Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, dopo il calo del 7,7% registrato nel 2020, nel 2021 le compravendite delle abitazioni nel comparto residenziale hanno registrato una crescita del 29,5%, superando ampiamente i livelli del 2019 (+19,6%). L’espansione è stata più marcata nei piccoli centri urbani, mentre tra le grandi città la crescita maggiore rispetto al 2019 si è registrata a Genova (+19,6%). La forte espansione delle compravendite è stata stimolata sia dagli incentivi fiscali per le ristrutturazioni che dalle agevoli condizioni di accesso al credito.
La forte espansione degli investimenti in abitazioni ha avuto riflessi anche sui prezzi delle abitazioni relativi alle 13 grandi città, che registrano nel 2021 una crescita dell’1,0% sul 2020, confermando la fase espansiva iniziata nel secondo semestre del 2020. Il mercato appare quindi in forte espansione, anche sulla base della discesa su valori storicamente molto bassi sia del tempo medio che intercorre tra l’affidamento all’incarico e la vendita, sia dello sconto medio richiesto. Il tasso di crescita dei prezzi delle abitazioni però risulta ancora inferiore all’inflazione (il deflatore dei consumi cresce in media dell’1.5%) comportando ancora una svalutazione delle abitazioni in termini reali. Inoltre la crescita risulta diffusa tra le grandi città, con Milano (+2,5%) e Bologna (+2,4%) che si confermano i mercati più attrattivi, ma Palermo (-2,0%), Venezia (-0,8%) e Firenze (-0,1%) mostrano ancora una contrazione dei prezzi sul 2020.
Introduzione
14
Nelle grandi città anche i canoni di affitto delle abitazioni risultano in crescita sul 2020 (+0,9%), sebbene ad un tasso inferiore ai prezzi delle abitazioni usate (+1,0%) e con un cap rate stabile. Come per i prezzi, la crescita dei canoni ha coinvolto quasi tutte le grandi città, ad esclusione di Venezia (-1,8%) e Roma (-0,8%), con le performance migliori a Milano (+1,8%).
Dopo il calo del 13,3% nel 2020, nel 2021 le compravendite del settore non residenziale sono risultate in crescita del 37,9% sul 2020 superando ampiamente, come le abitazioni, i livelli del 2019. La crescita è stata più marcata per gli uffici (+53,5%) e per i negozi (+38,8%) mentre è stata più modesta per il comparto produttivo (+20,5%).
Come osservato per le abitazioni, la ripresa ha avuto riflessi positivi anche sui prezzi degli immobili non residenziali , anche se la contrazione dei prezzi di negozi e uffici, che prosegue ormai da 28 semestri, è continuata nel 2021, ma a tassi inferiori a quanto osservato nel 2020. I prezzi degli uffici sono calati dello 0,5%, mentre quelli dei negozi sono calati dell’1,1%. Tassi di crescita positivi si sono registrati solo a Roma e Milano per entrambi i comparti.
I canoni di affitto, in calo per quanto riguarda i negozi (-1,1%), sono in aumento per gli uffici (+0,3%) comportando un aumento dei cap rate di questo comparto.
Unipol Gruppo Bilancio 2021
15
Principali novità normative
Normativa di interesse del settore assicurativo
Per quanto riguarda la normativa prudenziale assicurativa, il 23 settembre 2021 la Commissione europea ha pubblicato una proposta di modifica (COM/2021/581) alla Direttiva Solvency II ( dir. 2009/138/EC) . Le modifiche di maggior interesse per il mercato assicurativo italiano riguardano il funzionamento del Volatility Adjustment che, nella nuova formulazione, dovrebbe garantire un maggior potenziale di mitigazione della volatilità in eccesso nei mercati finanziari a livello comunitario e domestico. Inoltre, la Commissione propone una significativa revisione della disciplina sulla vigilanza di gruppo , sia con riferimento all’individuazione del perimetro del “gruppo”, sia per quanto riguarda il calcolo della solvibilità di gruppo e i requisiti di governo societario a livello di gruppo. Nella proposta, al fine di mitigare la propagazione del rischio sistemico, si prevede altresì l’attribuzione di nuovi poteri di vigilanza macroprudenziale alle Autorità competenti. Tra questi rientra la possibilità di vietare la distribuzione di dividendi e congelare i diritti di riscatto delle polizze da parte dei contraenti per un tempo limitato e in situazioni eccezionali di crisi. Inoltre, le Autorità potranno chiedere alle compagnie assicurative l’adozione di piani di gestione del rischio sistemico nonché un sistema rafforzato di monitoraggio dei rischi di liquidità.
Altre modifiche di particolare rilievo saranno contenute negli Atti Delegati di Solvency II , rispetto ai quali la Commissione, pur senza aver ancora presentato un testo legislativo, ha chiarito i propri orientamenti politici. Tra questi, rivestono particolare rilievo la proposta di allentare i requisiti di ammissibilità degli investimenti azionari di lungo termine ( Long Term Equity ), che possono beneficiare del trattamento prudenziale di maggior favore, e la proposta di correzione al funzionamento del Risk Margin che, secondo le stime della Commissione, consentirà a livello aggregato una riduzione dei requisiti di capitale superiore a euro 50 miliardi.
Inoltre, il 23 settembre 2021 la Commissione europea ha presentato una proposta di Direttiva per uno schema di recupero e risoluzione delle compagnie di assicurazione (IRRD) (COM/2021/582) che ricalca l’impianto normativo del settore bancario (BRRD) senza però introdurre requisiti patrimoniali aggiuntivi simili a quelli previsti per le banche (“Requisito Minimo sui Fondi Propri e le Passività Ammissibili” - MREL). La proposta della Commissione prevede l’obbligo per le compagnie assicurative di predisporre un “Piano preventivo di risanamento” (di fatto assimilabile al “Piano di emergenza rafforzato” già previsto dalla disciplina domestica) e l’obbligo per le Autorità di risoluzione di predisporre un “Piano di risoluzione” (si prevede che dovranno essere soggette a pianificazione di risanamento e pianificazione della risoluzione, rispettivamente, almeno l’80% e il 70% del mercato assicurativo di ciascuno Stato membro). In fase di predisposizione e aggiornamento del “Piano di risoluzione”, l’Autorità di risoluzione dovrà valutare la cosiddetta resolvability della compagnia assicurativa e, nel caso in cui riscontrasse rilevanti impedimenti alla possibilità di risoluzione (e ritenesse non sufficienti gli interventi proposti dalla compagnia per rimuovere tali impedimenti), potrà chiedere alla compagnia l’adozione di misure alternative molto incisive, tra le quali la chiusura di alcune linee di business, la limitazione ai finanziamenti infragruppo e la riorganizzazione operativa.
Infine, si segnala che il 22 dicembre 2021 è entrata in vigore la Direttiva (UE) 2021/2018 di revisione della Direttiva Auto (dir. 2009/103/CE), che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 23 dicembre 2023. L’obiettivo della Direttiva è favorire la diffusione di una mobilità alternativa e sostenibile e rafforzare la protezione delle persone lese coinvolte in incidenti automobilistici. La Direttiva modifica la definizione di “veicolo” e, quindi, il perimetro di obbligatorietà della polizza di responsabilità civile, includendovi tutti i veicoli azionati esclusivamente da potenza meccanica su terra (ma non su rotaia) con: i) una velocità massima di progetto superiore a 25 km/h indipendentemente dal peso netto e i loro rimorchi; ii) una velocità massima di progetto superiore a 14 km/h e un peso netto massimo superiore a 25 kg. La nuova definizione esclude quindi la maggior parte dei monopattini elettrici, segway ed e-bike in circolazione. Inoltre, viene ampliata l’attività degli Organismi di indennizzo, prevedendo la loro attivazione anche in caso di compagnia inadempiente per insolvenza (e cioè compagnia soggetta a procedura concorsuale oppure soggetta a procedura di liquidazione di cui all’art. 268, lett. d) della Direttiva Solvency II). Quest’ultima fattispecie garantisce la vittima di sinistro in caso di incidente transfrontaliero con veicolo estero la cui compagnia di assicurazione non è più solvente. Viene anche esteso l’onere per gli Stati membri di garantire che gli Organismi stringano accordi di compensazione, fino ad ora rimessi principalmente a contrattazioni bilaterali, agevolando in tal modo il ricorso agli Organismi di indennizzo in tutti i casi di sinistri transfrontalieri. Infine, viene introdotto l’attestato di rischio europeo per garantire i cittadini dell’Unione da ogni tipo di discriminazione contrattuale derivante dalla nazionalità o sulla base del precedente Stato membro di residenza.
Introduzione
16
Sul fronte domestico, il 27 aprile 2021 è stato emanato il Regolamento IVASS n. 47 concernente le disposizioni in materia di piani di risanamento e finanziamento . Il Codice delle Assicurazioni Private (CAP) dispone che le compagnie assicurative presentino a IVASS un piano di risanamento in caso di violazione del Requisito Patrimoniale di Solvibilità e un piano di finanziamento in caso di violazione del Requisito Patrimoniale Minimo. Il Regolamento IVASS n. 47/2021 de tta le disposizioni di dettaglio riguardanti il contenuto dei piani di risanamento e di finanziamento, individuali e di gruppo, nonché i profili attuativi concernenti il processo di predisposizione e autorizzazione dei suddetti piani.
Infine si segnala che il 3 novembre 2021 è stato pubblicato il Regolamento IVASS n. 48 recante disposizioni in materia di maggiorazione del capitale ( capital add-on ). Il Codice delle Assicurazioni Private (CAP) prevede la possibilità per le Autorità di vigilanza di richiedere alle compagnie di assicurazione una maggiorazione di capitale nel caso in cui, all’esito di una procedura di controllo prudenziale di cui all’art. 47- quinquies CAP, si rilevino, tra l’altro, significative carenze nel sistema di governo societario. Il Regolamento IVASS n. 48/2021 chiarisce quali sono i presupposti che giustificano l’attivazione di tale potere da parte di IVASS e quali sono i parametri utilizzati per determinare l’importo della maggiorazione di capitale.
Normativa tributaria
Nel corso del 2021 diversi provvedimenti legislativi sono stati emanati, nel solco della legislazione d’urgenza intervenuta nel 2020, a partire dal Decreto Legge 17 marzo 2020 n. 18 "Decreto Cura Italia" (e successivi Decreti Liquidità, Rilancio, Agosto e Ristori), allo scopo di prorogare o rafforzare le varie misure agevolative di sostenimento e di rilancio dell’economia duramente colpita dall’emergenza epidemiologica Covid-19.
In particolare trattasi dei seguenti Decreti, successivamente convertiti in legge:
- Decreto legge 22 marzo 2021 n. 41 recante Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori
economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da Covid-19 ” (c.d. Decreto Sostegni);
- Decreto legge 25 maggio 2021 n. 73 recante Misure urgenti connesse all’emergenza da Covid-19, per le imprese, il
lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali ” (c.d. Decreto Sostegni-bis);
- Decreto legge 21 ottobre 2021 n. 146 recante Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e
per esigenze indifferibili ” - c.d. Decreto Fisco Lavoro collegato alla Legge di Bilancio 2022.
Tra le disposizioni di interesse per il Gruppo si segnalano:
- la norma del Decreto Sostegni bis che, allo scopo di incentivare la patrimonializzazione delle imprese colpite dalle difficoltà economiche causate dal Covid, ha innovato l'istituto dell'ACE, in particolare aumentando la misura di questa agevolazione per i soli incrementi di patrimonio del periodo d'imposta 2021 e nel limite di 5 milioni, innalzando il relativo rendimento figurativo da scomputare dall'imponibile al 15% in luogo dell'1,3% del loro ammontare e consentendo alle imprese di fruire alternativamente del beneficio mediante la trasformazione dell’agevolazione in credito d'imposta;
- la norma del Decreto 146 (integrata successivamente dalla Legge di Bilancio 2022) che riscrive le modalità di funzionamento dell’agevolazione c.d. ”Patent box” abrogando le disposizioni previgenti in materia che commisuravano l’agevolazione al reddito dei beni intangibili, che viene sostituita con una misura agevolativa consistente nella maggiorazione del 110% dei costi sostenuti per le attività di ricerca e sviluppo (R&S) relative ai medesimi beni utilizzati direttamente o indirettamente nello svolgimento della propria attività di impresa, con esclusione dei marchi e del know-how.
Si segnala ulteriormente l’emanazione della Legge di Bilancio 2022 Legge 30 dicembre 2021 n. 234 , recante il bilancio
di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 e in particolare le seguenti disposizioni di interesse per il Gruppo:
- viene modificata la disciplina della rivalutazione e del riallineamento dei beni d’impresa contenuta nel Decreto Agosto (D.L. n. 104/2020) e in particolare di marchi e avviamento prevedendo la deduzione ai fini fiscali dei maggiori valori riconosciuti in 50 anni in luogo dei 18 anni precedentemente previsti. In alternativa il piano di ammortamento originario può essere mantenuto versando un’imposta sostitutiva ad aliquota variabile (dal 12,5% al 16%) e si consente, come ulteriore opzione, di revocare in tutto o in parte la rivalutazione già effettuata o riallineamento con compensazione o rimborso dell’imposta sostitutiva versata nella misura del 3%. In deroga alle norme dello Statuto del Contribuente che regolano l’efficacia delle leggi tributarie nel tempo, le norme introdotte hanno effetto a decorrere dall’esercizio successivo a quello con riferimento al quale la rivalutazione e il riallineamento sono eseguiti;
- viene prorogata la detrazione “Superbonus 110%” introdotta dal Decreto Legge Rilancio (D.L. n. 34/2020), con scadenze diverse a seconda della tipologia dei beneficiari e/o dell’anno di sostenimento delle spese e progressiva riduzione della percentuale, che passa dall’attuale 110% al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025, ultimo anno di concessione del beneficio. In ottica di contrasto alle frodi in materia di cessioni dei crediti, è stato emanato il
Unipol Gruppo Bilancio 2021
17
decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 13 (cd. decreto Frodi), che ha definitivamente sancito il divieto di cessione ulteriore alla prima del credito d’imposta, già introdotto dal decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 (cd. decreto Sostegni-ter), dando tuttavia la possibilità di effettuare due ulteriori cessioni a favore di soggetti qualificati, quali banche e intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario, o imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia;
- vengono prorogate le detrazioni fiscali su interventi di riqualificazione energetica, di recupero del patrimonio edilizio, il c.d. “bonus facciate” e vengono introdotte nuove disposizioni agevolative con riferimento agli interventi direttamente finalizzati al superamento e all’eliminazione di barriere architettoniche in edifici già esistenti;
- viene previsto in materia di PIR (piani di risparmio a lungo termine) un innalzamento della soglia dell’investimento annuale consentito, che, per i PIR costituiti fino al 31 dicembre 2019, sale dagli attuali euro 30.000 a euro 40.000. Al contempo, anche la soglia complessiva viene rivista al rialzo, passando da euro 150.000 a euro 200.000. Per i PIR alternativi, costituiti dal gennaio 2020, resta la soglia massima di investimento annuale di euro 300.000 e totale di euro 1.500.000, ma al contempo, cade il vincolo che imponeva a ciascuna persona fisica di essere titolare di un solo PIR "ordinario" e di un solo PIR “alternativo”.
Nel 2021 non si segnalano novità significative, di interesse per i settori nei quali operano Unipol e le società da questa controllate, nel corpo dei principi contabili nazionali emanati dall’Organismo Italiano di Contabilità (OIC).
Altre normative
In tema di finanza sostenibile , il 9 dicembre 2021 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE il Regolamento Delegato (UE) 2021/2139, che integra il Regolamento Tassonomia (Regolamento (UE) n. 2020/852) fissando i criteri di vaglio tecnico che consentono di determinare a quali condizioni si possa considerare che un'attività economica contribuisce in modo sostanziale alla mitigazione dei cambiamenti climatici o all'adattamento ai cambiamenti climatici, non arrecando un danno significativo a nessun altro obiettivo ambientale ( Climate Delegated Act ). Il Regolamento Delegato in questione si applica a partire dal gennaio 2022. Inoltre, il 10 dicembre 2021 è stato pubblicato il Regolamento Delegato (UE) 2021/2178 che integra l’articolo 8 del Regolamento Tassonomia, precisando il contenuto e la presentazione delle informazioni che le società finanziarie e non, soggette agli obblighi di rendicontazione non finanziaria devono comunicare in relazione alla misura in cui le attività economiche a esse associate sono sostenibili ai sensi della tassonomia UE. L’applicazione del regolamento delegato (UE) 2021/2178 avverrà in modo graduale, con una prima fase relativa al reporting delle attività economiche ammissibili rispetto alla Tassonomia (per le imprese finanziarie, dal gennaio 2022 fino al 31 dicembre 2023) e una seconda fase relativa al reporting delle attività economiche allineate alla Tassonomia (per le imprese finanziarie, a partire dal gennaio 2024, con riferimento all’esercizio 2023).
Infine, dal 10 marzo 2021 si applicano le norme del Regolamento (UE) 2019/2088 del 27 novembre 2019 (cosiddetto Regolamento Disclosure ), che impone ai partecipanti ai mercati finanziari obblighi di trasparenza in merito alle modalità di integrazione dei fattori ESG nelle attività di investimento e nei processi interni. Al fine di adempiere agli obblighi previsti dal Regolamento, le compagnie assicurative hanno integrato l’informativa precontrattuale e periodica degli prodotti di investimento assicurativo (IBIPs) specificando i potenziali impatti dei cambiamenti in campo ambientale o sociale sul rendimento dei prodotti (rischi di sostenibilità). Inoltre, ulteriori oneri di trasparenza si applicano ai prodotti di investimento sostenibili, ossia quei prodotti i cui investimenti possono promuovere caratteristiche ambientali o sociali o essere diretti al finanziamento di attività economiche sostenibili. Infine, le imprese assicurative hanno pubblicato sul proprio sito web uno statement in cui dichiarano le modalità di valutazione degli effetti delle decisioni di investimento aziendali sui fattori ambientali e sociali, nonché le politiche di remunerazione dell’impresa in relazione all’integrazione dei rischi di sostenibilità. Ulteriori obblighi di trasparenza interverranno a seguito dell’adozione degli Atti Delegati del Regolamento in questione (2019/2088), la cui applicazione è prevista dal 1° gennaio 2023.
………
[IMAGE]
1. Relazione sulla gestione
[IMAGE]
1 Relazione sulla gestione
20
Andamento del titolo
Informazioni sull’andamento del titolo
Alla fine del mese di dicembre 2021 il prezzo ufficiale delle azioni Unipol era pari a euro 4,779 evidenziando, negli ultimi 12 mesi, un incremento del 22,2%, a fronte dell’incremento dell’indice FTSE Italia all-share del 14,30%.
Valori di capitalizzazione
La capitalizzazione totale a fine dicembre 2021 ammontava a euro 3.429 milioni (euro 2.805 milioni al 31/12/2020).
[IMAGE]
Unipol Gruppo Bilancio 2021
21
Struttura dell’azionariato
La struttura dell’azionariato al 31 dicembre 2021 è rappresentata nel grafico seguente:
Così come reso pubblico sulla base delle normative vigenti, 16 azionisti hanno sottoscritto un patto parasociale relativo a Unipol Gruppo. Tale patto, rinnovato in data 15 dicembre 2020, ha per oggetto n. 215.621.214 azioni ordinarie, rappresentative del 30,053% del capitale sociale di Unipol Gruppo.
DOC_IMG00001
[IMAGE]
1 Relazione sulla gestione
22
Struttura del Gruppo al 31 dicembre 2021
(quote dirette detenute sul capitale sociale)
[IMAGE]
[IMAGE]
Unipol Gruppo Bilancio 2021
23
Informazioni sulla gestione
Principali eventi dell’esercizio
Covid-19 – Impatti e iniziative del Gruppo
La diffusione della pandemia Covid-19, iniziata a fine febbraio 2020, ha interessato anche l’esercizio 2021 seppure con un minor impatto sull’operatività del Gruppo rispetto all’anno precedente.
In particolare, nella prima parte del 2021 sono continuate alcune limitazioni alla circolazione delle persone attraverso lockdown selettivi, principalmente su scala regionale, che si sono progressivamente allentati con l’arrivo dell’estate e il miglioramento della situazione pandemica. Nella seconda parte dell’anno, nonostante la ripresa dei contagi, il successo crescente della campagna vaccinale ha consentito di non porre più severe limitazioni alla circolazione delle persone e la riapertura di attività, come ad esempio il turismo invernale, ferme da molto tempo.
Sotto il profilo operativo, nel settore assicurativo, il ramo R.C.Auto, per quanto già riportato, è stato ancora caratterizzato da un livello contenuto, anche se in crescita rispetto all’esercizio precedente, della frequenza dei sinistri e ciò ha favorito una forte competizione sulle tariffe che hanno continuato a decrescere. In UnipolSai ha inciso anche il proseguimento dell’iniziativa denominata #UnMesePerTe, che a partire da aprile 2020 e fino a tutto il 2021, per i clienti che non ne avevano già usufruito in sede di primo rinnovo della polizza, ha consentito ai propri clienti uno sconto pari ad 1/12 (un mese) del premio precedentemente pagato.
Nei rami assicurativi Danni diversi dall’R.C.Auto, invece, la forte ripresa economica che ha interessato l’esercizio e l’azione delle nostre reti produttive ha consentito una sensibile ripresa produttiva con un livello dei premi 2021 che ha superato, complessivamente, i valori ante pandemia.
In un contesto ancora influenzato dagli effetti della pandemia, pur se molto migliorato grazie ai vaccini, il Gruppo ha mantenuto valutazioni delle riserve tecniche Danni improntate a criteri di elevata prudenzialità, al fine di consentire l’assorbimento di eventuali ripercussioni future, oggi non prevedibili, sull’insieme delle garanzie assicurative prestate dal Gruppo.
Molto positivo l’andamento della raccolta e delle masse gestite registrato nel comparto Vita, sul quale hanno inciso favorevoli dinamiche dei mercati finanziari che nel 2021, complice la ripresa economica, non hanno registrato particolari turbolenze nonostante il susseguirsi delle diverse ondate pandemiche.
Con riferimento agli altri business del Gruppo, nel 2021 come nel 2020, gli unici effetti di rilievo si sono riflessi per la società Gruppo UNA, attiva nel settore alberghiero sul quale la pandemia Covid-19 ha avuto un impatto molto significativo. La società, al fine di contenere gli effetti economici, anche nella prima parte del 2021 ha mantenuto chiusa buona parte delle proprie strutture concentrate nelle principali città italiane e in alcuni luoghi di villeggiatura e ha fatto ricorso al Fondo di Integrazione Salariale per i dipendenti degli alberghi chiusi.
Le altre società del Gruppo attive su altre tipologie di business, peraltro di dimensioni non particolarmente rilevanti all’interno del Gruppo, non hanno registrato impatti significativi sul Conto Economico di periodo.
Così come avvenuto per l’esercizio 2020, anche nell’ambito della predisposizione del Bilanco d’esercizio al 31 dicembre 2021 sono state effettuate le opportune analisi volte a considerare in modo attento le conseguenze della pandemia da Covid-19, con particolare riguardo alla valutazione delle attività ai sensi dello IAS 36 e alla individuazione di eventuali impatti, per rischi e incertezze connessi al Covid-19, sulla continuità aziendale e sulla pianificazione strategica.
In particolare, le valutazioni di bilancio ai fini della determinazione del valore recuperabile degli avviamenti nell’ambito della procedura di impairment test sono basate su proiezioni economico-patrimoniali pluriennali sviluppate tenendo conto del Budget approvato dal Consiglio di Amministrazione per l’esercizio 2022, delle azioni strategiche definite anche per gli esercizi successivi, nonché del relativo scenario di mercato impattato dalla pandemia Covid-19.
Sulla base delle proiezioni economico-patrimoniali pluriennali predisposte in ragione delle informazioni attualmente disponibili, tenuto conto della natura e delle caratteristiche dei business condotti dal Gruppo, non si ritiene che gli effetti da Covid-19 possano compromettere la continuità aziendale.
[IMAGE]
1 Relazione sulla gestione
24
Principali iniziative del Gruppo a fronte dell’emergenza sanitaria nel 2021
Sul piano operativo, il Gruppo ha dato continuità alle azioni e iniziative già intraprese nel corso del 2020, adattandole e integrandole di volta in volta in relazione all’evoluzione dell’emergenza sanitaria e dei provvedimenti normativi ad essa inerenti.
In particolare, sono proseguite le iniziative a supporto della clientela e della rete agenziale attivate nel corso del 2020, così come l’attento e costante monitoraggio da parte del Gruppo della situazione di liquidità e solvibilità con l’obiettivo di consentire l’attivazione tempestiva di eventuali azioni di ottimizzazione del profilo di rischio.
In questo contesto il Gruppo Unipol, con l’obiettivo di accelerare la campagna nazionale di vaccinazione contro il Covid-19, ha predisposto, in coordinamento con le istituzioni nazionali e regionali competenti, un piano vaccinale dedicato a tutti i dipendenti del Gruppo Unipol, ai loro familiari, agli agenti e al personale dipendente di agenzia, nonché Gruppi e aziende appartenenti alle principali realtà produttive italiane, a conferma del ruolo di Unipol come attore centrale nel processo di integrazione tra sanità pubblica e sanità privata.
Si è trattato del primo piano vaccinale sviluppato da un’azienda, attivo sull’intero territorio nazionale, con oltre 200 siti di somministrazione convenzionati, 4 HUB specializzati e oltre 11 mila vaccinazioni effettuate nel corso dell’anno in 8 Regioni.
Per quanto concerne i dipendenti , il Gruppo ha prorogato le iniziative di forte cautela già poste in essere nel 2020 al fine di contenere i rischi di contagio e garantire la continuità operativa nella massima tutela del personale dipendente. Sono state prorogate, ad esempio, la limitazione delle trasferte e di tutte le forme di aggregazione, l’intensificazione degli interventi di disinfezione delle sedi, l’ampliamento della flessibilità oraria in ingresso e in uscita, la tutela delle situazioni di fragilità.
Per gran parte dell’esercizio è stato inoltre previsto il lavoro in remoto nonché il monitoraggio quotidiano da parte della Task Force istituita internamente, e la gestione centralizzata delle autorizzazioni all’accesso nelle sedi. A partire dal 4 novembre, il Gruppo, in linea con la ripresa di tutte le attività economiche e sociali del Paese, allo scopo di ritornare alla normalità della vita professionale, ha previsto la ripresa delle attività in presenza. Avendo ampliato in modo significativo l’ambito delle tutele previste dal legislatore e avendo concesso di richiedere l’attivazione del lavoro da remoto a tutto il personale considerato “fragile” (condizioni di fragilità sanitaria, beneficiari delle tutele di cui all’ex art 3 della Legge 104/92 o della Legge 68/99, esenti dalla campagna vaccinale, lavoratrici gestanti o con figlio fino ad 1 anno di età, ultrasessantenni), la ripresa in presenza ha interessato circa il 70% del personale.
In relazione al rientro in sede sono state svolte molteplici attività propedeutiche e di presidio quali:
- l’aggiornamento del Protocollo Covid-19 aziendale coerentemente alle modifiche legislative e alle raccomandazioni del protocollo governativo, aggiornando altresì tutto il materiale formativo e informativo e curandone la divulgazione a tutto il personale dipendente e ai fornitori esterni aventi accesso ai locali aziendali;
- l’attivazione del sistema di controllo del Green Pass, differenziandone le modalità in base alle dimensioni e caratteristiche delle sedi (mediante lettori automatici nelle sedi previste di tornelli, mediante personale incaricato nelle altre sedi), nonché la verifica e il presidio in ogni sede della corretta applicazione e rispetto del Protocollo Covid-19 tramite il coinvolgimento di personale interno ed esterno;
- la distribuzione tempestiva e capillare di Dispositivi di Protezione Individuale in ragione della programmazione del rientro al lavoro in presenza;
- la gestione della sorveglianza sanitaria coerentemente alle indicazioni ministeriali, dando priorità alle richieste di controllo ravvicinato, preventive all’assunzione e al rientro da lunghe assenze;
- l’effettuazione di sopralluoghi specifici presso tutti i locali adibiti a mensa, seppure in gestione a Fornitori esterni, e dei locali ristoro aziendali.
Oltre alle azioni di prevenzione e gestione utili al contenimento dell’emergenza sanitaria si è deciso di avviare, visto il protrarsi della pandemia, un servizio di counseling a distanza, “Parliamone”, per supportare le persone nel gestire le criticità della vita personale che il lungo periodo di pandemia può avere fatto emergere o accentuato.
Al fine di supportare la sanità pubblica nella gestione dei casi di positività, nonché con l’obiettivo di attivare le opportune azioni preventive, è stato istituito un servizio telefonico di supporto medico gestito da UniSalute a disposizione dei lavoratori del Gruppo.
Unipol Gruppo Bilancio 2021
25
Accordo transattivo a definizione di cause legali pendenti per azione sociale di responsabilità nei confronti di ex amministratori e sindaci
Nel mese di marzo 2021, con riferimento all’azione sociale di responsabilità nei confronti di alcuni ex amministratori e sindaci, deliberata dalle Assemblee di Fondiaria-SAI e Milano Assicurazioni nell’anno 2013, e alle relative cause legali pendenti, UnipolSai ha sottoscritto con tutti i convenuti un accordo transattivo che definisce integralmente le due azioni di responsabilità. Tale accordo transattivo, divenuto efficace in seguito all’approvazione da parte dell’Assemblea degli Azionisti di UnipolSai e delle altre società attrici del Gruppo Unipol e integralmente eseguito nell’esercizio 2021 sia nella sua parte economica sia in quella processuale, ha determinato la rilevazione di un provento pari a euro 42 milioni.
Per maggiori informazioni sui termini e sulle condizioni del suddetto accordo, si fa rinvio al Documento Informativo redatto ai sensi dell’art. 5 del Regolamento Operazioni con Parti Correlate adottato dalla Consob con Delibera n. 17721 del 12 marzo 2010 e successive modifiche, rinvenibile sul sito istituzionale di UnipolSai.
Rimborso anticipato dei prestiti subordinati UnipolSai con scadenza 2021 e 2023
In data 15 marzo e 28 aprile 2021, UnipolSai, avendo ottenuto l’autorizzazione dell’Autorità di Vigilanza all’esercizio della facoltà di rimborso anticipato in capo all’emittente, ha estinto integralmente il prestito subordinato (ISIN XS0130717134) del valore nominale di euro 300 milioni, la cui scadenza contrattuale era prevista nel mese di giugno 2021, e il prestito subordinato (ISIN XS0173649798) del valore nominale residuo di euro 262 milioni avente scadenza luglio 2023. Il rimborso di tali prestiti è in linea con una gestione proattiva dell’indebitamento e mira al contenimento della leva finanziaria di UnipolSai in seguito all’emissione dello strumento RT1, per un valore nominale di euro 500 milioni, perfezionata nel quarto trimestre dell’esercizio 2020. In relazione all’estinzione anticipata dei prestiti da parte di UnipolSai, Unipol ha provveduto a estinguere i finanziamenti ancora in essere - per un valore nominale residuo pari a euro 268 milioni - a suo tempo concessi da UnipolSai all’atto del subentro da parte di quest’ultima nel ruolo di emittente dei medesimi prestiti subordinati originariamente emessi da Unipol.
Fitch alza il rating di Unipol e UnipolSai
In data 10 giugno e 13 dicembre 2021, l’agenzia di rating Fitch Ratings ha alzato di due notch l’ Insurer Financial Strength Rating (IFSR) di UnipolSai Assicurazioni S.p.A. (da “BBB” ad “A-”) e il Long-Term Issuer Default Ratings (IDR) di Unipol Gruppo e UnipolSai (da “BBB-“ a “BBB+”). Tali innalzamenti sono dovuti sia al riconoscimento della validità della strategia e dei risultati conseguiti dal Gruppo in particolare in merito alla diminuzione del rischio di concentrazione nel portafoglio di investimento e al conseguente rafforzamento del patrimonio nel 2020, sia all’ upgrade del rating Italia (BBB/ outlook stabile) del 3 dicembre 2021.
Conseguentemente anche i rating delle emissioni di debito sono tutti migliorati di due notch , e quindi:
- i prestiti senior di Unipol Gruppo SpA sono passati a “BBB”;
- i prestiti subordinati di UnipolSai Assicurazioni SpA sono passati a “BBB-”;
- il prestito subordinato perpetuo RT1 di UnipolSai Assicurazioni SpA è passato a “BB”.
L’agenzia di rating ha mantenuto l’ outlook dei suddetti rating a “stabile”.
1 Relazione sulla gestione
26
Andamento della gestione
Il Bilancio dell’esercizio al 31 dicembre 2021 di Unipol, chiude con un risultato economico netto positivo di euro 335,1 milioni (euro 316,3 milioni nel 2020), al quale, in particolare, hanno contribuito dividendi incassati da società del Gruppo per euro 430 milioni (euro 308 milioni nel 2020).
La Società svolge attività di holding di partecipazione e servizi ed è Capogruppo del Gruppo Unipol, leader del mercato assicurativo italiano con particolare riferimento al comparto danni.
Il Bilancio consolidato 2021 del Gruppo Unipol, redatto in conformità ai principi contabili IAS/IFRS, espone un utile di euro 796,2 milioni , di cui euro 626,6 milioni di pertinenza del Gruppo ed euro 169,6 milioni di pertinenza di terzi.
A seguire si riporta una sintesi dell’andamento della gestione del Gruppo Unipol nel corso dell’esercizio 2021, rimandando per un’informazione più dettagliata alla Relazione annuale integrata e al Bilancio consolidato.
Sintesi dei dati più significativi del Gruppo
Valori in Milioni di Euro
31/12/2021
31/12/2020
Raccolta assicurativa diretta Danni
7.943
7.882
variazione %
0,8
(3,5)
Raccolta assicurativa diretta Vita
5.386
4.328
variazione %
24,4
(26,0)
di cui raccolta prodotti d'investimento Vita
1.272
569
variazione %
123,4
45,0
Raccolta assicurativa diretta
13.329
12.210
variazione %
9,2
(12,9)
Proventi netti da strumenti finanziari (*)
1.593
1.319
variazione %
20,8
(37,3)
Risultato consolidato
796
864
variazione %
(7,9)
(20,5)
Risultato conto economico complessivo
746
1.079
variazione %
(30,8)
(50,9)
Investimenti e disponibilità
71.692
71.271
variazione %
0,6
5,2
Riserve tecniche
57.128
57.707
variazione %
(1,0)
0,2
Passività finanziarie
10.771
9.730
variazione %
10,7
25,2
Patrimonio netto di pertinenza del Gruppo
7.780
7.614
variazione %
2,2
13,8
Indice di solvibilità del Gruppo
214
216
Numero dipendenti
11.946
11.836
(*) Esclusi proventi e oneri netti da strumenti finanziari designati a fair value rilevato a conto economico il cui rischio di investimento è sopportato dalla clientela (index e unit linked) e derivanti dalla gestione dei fondi pensione.
Il Bilancio d’esercizio di Unipol è sottoposto a revisione legale da parte della società di revisione EY SpA, incaricata della revisione legale dei bilanci d’esercizio per gli esercizi 2021-2029.
Unipol Gruppo Bilancio 2021
27
Aspetti salienti dell’attività
I dati economici che maggiormente contraddistinguono l’andamento della gestione della Società sono i seguenti:
Proventi da partecipazioni: sono pari a euro 440,0 milioni (euro 318,7 milioni nel 2020) e sono relativi principalmente a dividendi deliberati e incassati nell’esercizio da società controllate (euro 430 milioni) e da società collegate (euro 5,4 milioni).
Valore della produzione: ammonta a euro 20,1 milioni (euro 15,4 milioni nel 2020) attribuibile principalmente per euro 16,2 milioni al recupero di costi per personale distaccato presso società del Gruppo (euro 11,5 milioni al 31/12/2020), per euro 1,9 milioni a compensi riversati da dirigenti della Società che ricoprono cariche sociali in altre società del Gruppo (euro 2,1 milioni al 31/12/2020) e per euro 1 milione a servizi prestati ad altre società (euro 0,6 milioni al 31/12/2020).
Costi della produzione: ammontano a euro 57,3 milioni (euro 47,4 milioni nel 2020) e includono i costi di gestione derivanti dall’attività caratteristica di holding, composti in prevalenza da spese per il personale pari a euro 27,0 milioni (euro 22,3 milioni nel 2020) e da costi per acquisizione di servizi pari a euro 20,0 milioni (euro 13,0 milioni nel 2020).
Altri proventi/oneri finanziari netti: sono pari a euro −88 milioni (euro −74,6 milioni al 31/12/2020). La voce include principalmente interessi passivi e altri oneri sui prestiti obbligazionari emessi per euro 88,6 milioni (euro 78,9 milioni al 31/12/2020), proventi su titoli immobilizzati per euro 2 milioni (euro 0,9 milioni al 31/12/2020), interessi passivi verso società controllate per euro 6,7 milioni (euro 8,3 milioni al 31/12/2020) e proventi da titoli iscritti nell’attivo circolante per euro 7,2 milioni (euro 6,6 milioni al 31/12/2020).
Rettifiche di valore di attività finanziarie: risultano negative per euro 1,6 milioni (positive per euro 0,5 milioni al 31/12/2020).
Risultato economico prima delle imposte: positivo per euro 313,1 milioni (euro 212,6 milioni al 31/12/2020).
Imposte sul reddito: hanno un impatto positivo sul conto economico per euro 22 milioni (euro 103,8 milioni al 31/12/2020), per effetto della remunerazione della perdita conferita al consolidato fiscale. Il confronto con l’esercizio 2020 risente del fatto che, nel bilancio 2020, erano state rilevate minori imposte relative a esercizi precedenti per l’importo di euro 85,7 milioni, attribuibili in particolare a una più puntuale applicazione, in sede di dichiarazione dei redditi 2019, del cosidetto regime di participation exemption .
Utile dell’esercizio 2021: euro 335,1 milioni (euro 316,3 milioni al 31/12/2020).
Il patrimonio netto della Società al 31 dicembre 2021, incluso il risultato dell’esercizio, ammonta a euro 5.917,6 milioni (euro 5.983,2 milioni al 31/12/2020). Sulla variazione hanno principalmente inciso, in diminuzione, la distribuzione dei dividendi per euro 401,6 milioni (di cui euro 200,8 milioni relativi ai dividendi riferiti all’esercizio 2019, non distribuiti nel 2020 in ottemperanza alle raccomandazioni allora impartite dall’Autorità di Vigilanza in relazione alla situazione determinata dalla pandemia Covid-19), e, in aumento, il risultato dell’esercizio 2021 positivo per euro 335,1 milioni.
Gestione patrimoniale e finanziaria
Immobilizzazioni materiali e immateriali
La ripartizione delle immobilizzazioni materiali e immateriali e le variazioni sull’anno precedente sono esposte nella tabella sottostante (per il dettaglio delle immobilizzazioni si rimanda agli allegati 4 e 5 della Nota integrativa).
Valori in milioni di euro
Variazioni
31/12/2021
31/12/2020
valore
%
Immobilizzazioni materiali
- Impianti e macchinario
0,0
(0,0)
(100,0)
- Altri beni
0,5
0,6
(0,1)
(11,9)
Totale
0,5
0,6
(0,1)
(12,6)
Immobilizzazioni immateriali
- Concessioni, licenze, marchi e diritti simili
0,4
0,8
(0,3)
(43,1)
Totale
0,4
0,8
(0,3)
(43,1)
TOTALE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI ED IMMATERIALI
0,9
1,3
(0,4)
(29,9)
[IMAGE]
[IMAGE]
1 Relazione sulla gestione
28
Immobilizzazioni finanziarie
La ripartizione delle Immobilizzazioni finanziarie e le variazioni sull’anno precedente sono esposte nella seguente tabella (per il dettaglio delle partecipazioni si rimanda alla tabella riportata in Nota integrativa - allegato n. 6).
Valori in milioni di euro
Variazioni
31/12/2021
31/12/2020
valore
%
Immobilizzazioni finanziarie
- Partecipazioni
- Imprese controllate
7.014,4
7.014,4
(0,0)
(0,0)
- Imprese collegate
298,1
298,1
Totale
7.312,5
7.312,5
(0,0)
(0,0)
- Crediti
- Imprese controllate
150,5
103,3
47,2
45,6
- Altre imprese
0,0
(0,0)
(100,0)
Totale
150,5
103,4
47,1
45,6
Altri titoli
163,5
155,1
8,4
5,4
TOTALE IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE
7.626,5
7.570,9
55,6
0,7
La ripartizione delle partecipazioni per settori di attività e le variazioni rispetto all’esercizio precedente risultano le seguenti:
Valori in milioni di euro
2021
Variazioni rispetto al 2020
Assicurative
5.169,3
Banche e servizi finanziari
668,6
Altre partecipazioni
1.474,6
(0,0)
7.312,5
(0,0)
Le partecipazioni in Banche e servizi finanziari sono costituite, al 31 dicembre 2021, dall’investimento nella società collegata BPER Banca e nelle società controllate UnipolReC e UnipolSai Investimenti SGR. Fra le Altre partecipazioni sono iscritte Unipol Finance S.r.l., Unipol Investment S.p.A. e UnipolPart I S.p.A.
Nel corso dell’esercizio le partecipazioni sono state interessate dalle variazioni di seguito riepilogate.
UnipolSai Servizi Consortili S.c.a.r.l.
In data 26 aprile 2021 è avvenuta l’iscrizione presso il Registro delle Imprese della messa in liquidazione della società UnipolSai Servizi Consortili S.c.r.l. con contestuale cambio della denominazione sociale in UnipolSai Servizi Consortili S.c.r.l. in liquidazione. A conclusione del processo di liquidazione volontaria, in data 23 dicembre 2021, approvato il bilancio finale di liquidazione e il relativo piano di riparto, Unipol ha incassato euro 5.859 realizzando una minusvalenza di euro 543.
Crediti immobilizzati verso imprese controllate
I crediti immobilizzati verso imprese controllate sono costituiti dal finanziameto erogato a Unipol Rental S.p.A. che al 31 dicembre 2021 ammonta a euro 150,5 milioni (euro 59,9 milioni al 31/12/2020), di cui euro 0,5 milioni relativi agli interessi. L’incremento rispetto al precedente esercizio è dovuto all’erogazione nel corso del 2021 di ulteriori tranche per un valore di euro 90,3 milioni, fino a raggiungere il limite dell’importo massimo erogabile fissato contrattualmente in 150 milioni di euro.
Il finanziamento in essere al 31/12/2020 nei confronti della controllata UnipolReC per euro 43,5 milioni è stato integralmente estinto nel corso dell’esercizio 2021.
Per maggiori informazioni sui citati finanziamenti, si fa rinvio a quanto esposto nella sezione Altre Informazioni della Nota Integrativa a commento delle Operazioni con parti correlate.
Unipol Gruppo Bilancio 2021
29
Azioni proprie e azioni della società controllante
Al 31 dicembre 2021 sono presenti n. 83.050 azioni proprie in portafoglio per un controvalore pari a euro 0,3 milioni, acquistate a servizio dei piani di compensi basati su strumenti finanziari del tipo performance share destinati al personale dirigente. Nell’ambito di tali piani:
-
sono state acquistate nell’esercizio 2021 n. 1.250.000 azioni proprie per un controvalore pari a euro 6 milioni;
-
nel mese di aprile 2021 è stata assegnata la terza tranche di azioni in esecuzione del Piano di compensi per il periodo 2016-2018;
-
sempre nel mese di aprile 2021 sono state assegnate agli aventi diritto le azioni in esecuzione del piano Short Term Incentive per il periodo 2020;
-
nel mese di dicembre 2021 sono state assegnate le azioni relative al Piano di compensi Short Term Incentive per il periodo 2019 ai dirigenti rientranti nella categoria dei significant risk taker, non assegnate nel corso del 2020 in ottemperanza alle raccomandazioni dell’Autorità di Vigilanza.
Inoltre Unipol Gruppo al 31 dicembre 2021 detiene indirettamente n. 196.248 azioni proprie tramite:
-
UnipolSai Assicurazioni: n. 68.783 azioni Unipol;
-
Unisalute: n. 26.751 azioni Unipol;
-
Linear Assicurazioni: n. 14.743 azioni Unipol;
-
Arca Vita: n. 5.703 azioni Unipol;
-
SIAT: n. 33.535 azioni Unipol;
-
Unipol Rental : n. 31.966 azioni Unipol;
-
UnipolAssistance: n. 4.039 azioni Unipol;
-
Leithà: n. 10.728 azioni Unipol.
Per quanto riguarda le azioni proprie, l’Assemblea degli Azionisti del 29 aprile 2021 ha deliberato, ai sensi degli articoli 2357 e 2357- ter del Codice Civile, di rinnovare per 18 mesi l’autorizzazione all’acquisto e disposizione di azioni proprie nel limite massimo di spesa di euro 300 milioni.
Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni
Ammontano a euro 147,2 milioni, con un decremento di euro 1.235,3 milioni rispetto all’esercizio precedente, determinato dalle vendite di titoli e obbligazioni avvenute nel corso dell’esercizio.
La voce è così composta:
titoli di stato per euro 50,3 milioni (euro 1.305,9 milioni al 31/12/2020);
obbligazioni corporate quotate per euro 65,6 milioni (euro 63,6 milioni al 31/12/2020);
azioni estere quotate per euro 29,7 milioni (euro 8,1 milioni al 31/12/2020);
azioni quotate della società UnipolSai per euro 0,3 milioni (euro 3,4 milioni al 31/12/2020);
azioni non quotate (quote di fondi di private equity) per euro 0,1 milioni (euro 0,2 milioni al 31/12/2020).
L’elenco delle azioni e dei titoli compresi nell’attivo circolante al 31 dicembre 2021 è riportato nell’allegato 7 della Nota Integrativa.
Operatività finanziaria
L’operatività della gestione finanziaria nel corso del 2021 è stata coerente con le linee di indirizzo dell’Investment Policy adottata dalla Società e con le indicazioni del Comitato Investimenti di Gruppo e del Comitato Investimenti Finanziari.
I criteri di liquidabilità dell’investimento e di prudenza hanno rappresentato la linea guida della politica di investimento che ha seguito criteri di ottimizzazione del profilo rischio rendimento del portafoglio.
L’attività di gestione si è focalizzata sul settore obbligazionario dove è stata diminuita l’esposizione verso obbligazioni governative, principalmente a elevato rating, denominate in Euro a fronte di un contenuto aumento delle obbligazioni di emittenti corporate industriali e finanziari.
L’esposizione al comparto azionario risulta in marginale aumento.
L’attività gestionale è stata caratterizzata dal mantenimento di una elevata liquidità sul finire dell’anno.
La volatilità dei corsi azionari e obbligazionari che ha interessato il 2021 ha offerto spunti per intraprendere attività di trading; detta attività è stata funzionale al raggiungimento degli obiettivi di redditività.
1 Relazione sulla gestione
30
Al 31/12/2021 la duration del portafoglio è pari a 0,58 anni, in diminuzione rispetto alla rilevazione di fine 2020 (0,89 anni) a seguito dell’operatività effettuata nel corso dell’anno, nel rispetto dei limiti previsti dall’Investment Policy.
Disponibilità liquide
I depositi bancari e la cassa al 31 dicembre 2021 ammontano a euro 1.052,4 milioni, con un incremento di euro 639,9 milioni rispetto al saldo al 31/12/2020.
Si ricorda che è in essere con numerose società del Gruppo, un contratto di tesoreria accentrata ( cash pooling ), avente l’obiettivo di ottenere una migliore gestione della tesoreria aziendale e consentire alla Capogruppo un monitoraggio costante della liquidità delle società del Gruppo, con la conseguente ottimizzazione dei relativi costi e rendimenti.
Al 31 dicembre 2021, Unipol espone crediti per cash pooling per euro 6,2 milioni (euro 7,5 milioni al 31/12/2020) e debiti per cash pooling per euro 427 milioni (euro 474,9 milioni al 31/12/2020). La composizione di crediti e debiti e le relative controparti sono dettagliate in Nota Integrativa.
Capitale sociale
Nel corso dell’esercizio 2021 non sono avvenute operazioni sul capitale. Al 31 dicembre 2021 la composizione del capitale sociale, interamente sottoscritto e versato, risulta essere la seguente:
Capitale Sociale al 31/12/2021
Capitale Sociale al 31/12/2020
Numero Azioni
Euro
Numero Azioni
Euro
Azioni Ordinarie
717.473.508
3.365.292.408,03
717.473.508
3.365.292.408,03
Totale
717.473.508
3.365.292.408,03
717.473.508
3.365.292.408,03
Indebitamento
Al 31 dicembre 2021 le obbligazioni emesse da Unipol ammontano a euro 2.515,1 milioni (euro 2.748,0 milioni al 31/12/2020) e sono relative a quattro prestiti obbligazionari senior unsecured , quotati presso la Borsa del Lussemburgo:
euro 1.000 milioni di valore nominale, tasso 3%, scadenza 2025 (di pari importo al 31/12/2020);
euro 500 milioni di valore nominale, tasso 3,5%, scadenza 2027 (di pari importo al 31/12/2020);
euro 1.000 milioni di valore nominale complessivo del prestito obbligazionario senior “green” , tasso 3,25%, scadenza 2030 (di pari importo al 31/12/2020), erogato in due tranche nel corso del 2020.
Le emissioni sopra descritte sono state attuate a valere sul programma di Euro Medium Term Notes (EMTN Programme), costituito nel dicembre 2009 per un importo nominale originario di massimi euro 2 miliardi, con ultimo rinnovo e incremento a euro 3 miliardi nel settembre 2020.
In data 5 marzo 2021 è stato rimborsato a scadenza il prestito obbligazionario senior , quotato presso la Borsa del Lussemburgo, per un ammontare residuo pari a euro 230,9 milioni, emesso a marzo 2014 con tasso d’interesse fisso pari al 4,375%.
Nel corso del primo semestre 2021 sono stati rimborsati anticipatamente i due finanziamenti concessi nel 2009 da UnipolSai Assicurazioni S.p.A., a seguito del subentro da parte della controllata nel ruolo di emittente, al posto della controllante Unipol Gruppo S.p.A., di due prestiti obbligazionari aventi scadenza 2021 e 2023.
Fra gli altri debiti finanziari non correnti è iscritto il finanziamento da UnipolSai di euro 300 milioni di natura unsecured, avente scadenza marzo 2024 e tasso di interesse pari all’Euribor a tre mesi maggiorato di uno spread pari al 2,60%.
Nei debiti finanziari correnti, al 31 dicembre 2021 sono iscritti debiti verso società del Gruppo per effetto del citato contratto di cash pooling dell’importo complessivo di euro 427 milioni .
Tenuto conto, inoltre, del decremento della liquidità (euro 1.200 milioni al 31 dicembre 2021 contro euro 1.795 milioni al 31 dicembre 2020), l’indebitamento netto (riepilogato nell’allegato n. 9 alla Nota Integrativa) passa da euro 2.013,9 milioni dell’esercizio precedente a euro 2.056 milioni a fine 2021.
[IMAGE]
[IMAGE]
Unipol Gruppo Bilancio 2021
31
Politiche di gestione dei rischi (art. 2428 Codice Civile)
Il controllo del rischio finanziario viene effettuato attraverso il periodico monitoraggio dei principali indicatori di esposizione al rischio tasso, al rischio credito, al rischio azionario e al rischio di liquidità.
Rischio Tasso
La duration complessiva del portafoglio investimenti, indicatore dell’esposizione al rischio tasso della Società, al 31 dicembre 2021 risulta pari a 0,58 anni; con specifico riferimento al portafoglio obbligazionario, la duration risulta pari a 2,71 anni.
In tabella si riportano i valori di sensitivity del portafoglio obbligazionario alla variazione parallela delle curve di tasso di riferimento degli strumenti finanziari.
Valori in migliaia di euro
Risk Sector
Composizione
Duration
Incremento 10 bps
Incremento 50 bps
Government
62,02%
2,48
(452)
(2.259)
Financial
30,78%
2,75
(249)
(1.245)
Corporate
7,20%
4,51
(95)
(477)
Obbligazioni
100%
2,71
(796)
(3.981)
Rischio Credito
Con specifico riferimento al solo portafoglio obbligazionario, come si evince dalla tabella sottostante, gli investimenti del portafoglio obbligazionario sono composti per il 72,62% da titoli del segmento “Investment grade ”. In particolare, il 72,62% ha rating tripla B.
Il monitoraggio del rischio di credito avviene attraverso la misura della sensitivity del portafoglio alla variazione degli spread di credito di riferimento. Nella tabella seguente si riportano i valori di sensitivity al 31 dicembre 2021:
Valori in migliaia di euro
Rating
Composizione
Incremento 1 bps
Incremento 10 bps
Incremento 50 bps
BBB
72,62%
(90)
(897)
(4.485)
Non Investment Grade
27,38%
(25)
(251)
(1.255)
Obbligazioni
100,00%
(115)
(1.148)
(5.740)
Rischio Azionario
Il monitoraggio del rischio azionario avviene attraverso l’analisi di sensitivity del portafoglio azionario alla variazione dei mercati di riferimento rappresentati dagli indici settoriali.
Nella tabella seguente si riportano i valori di sensitivity al 31 dicembre 2021:
Valori in migliaia di euro
Settore
Composizione
Beta
Shock -10%
Utility
68%
0,91
(1.478)
Fondi
0%
1,00
(5)
Beni voluttuari
32%
1,14
(684)
Azionario
100%
0,98
(2.167)
Rischio Liquidità
La costruzione del portafoglio degli investimenti avviene dando la preferenza a strumenti finanziari di pronta liquidità e limitando quantitativamente la possibilità di acquisto titoli che, per la loro tipologia o per loro condizioni specifiche, non garantiscono un’eventuale vendita in tempi brevi e/o a condizioni eque.
[IMAGE]
1 Relazione sulla gestione
32
Sistema di Controllo interno e gestione dei rischi del Gruppo Unipol
Il Sistema di controllo interno e di gestione dei rischi (di seguito il “Sistema”), elemento fondamentale del complessivo sistema di governo societario, è costituito dall’insieme delle regole, delle procedure e delle strutture organizzative finalizzate a una effettiva ed efficace identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi, al fine di contribuire al successo sostenibile del Gruppo 1 .
Lo schema seguente rappresenta in modo semplificato il modello di Risk and Control Governance del Gruppo.
Il Sistema di gestione dei rischi adottato dal Gruppo è ispirato a una logica di Enterprise Risk Management (“ERM Framework”), ovvero è basato sulla considerazione in un’ottica integrata di tutti i rischi attuali e prospettici cui il Gruppo è esposto, valutando l’impatto che tali rischi possono avere sul raggiungimento degli obiettivi strategici. Sulla base di questi principi, e per perseguire gli obiettivi assegnati, il Sistema di gestione dei rischi poggia su un elemento fondamentale: il Risk Appetite.
La Politica di gestione dei rischi delinea le strategie e gli obiettivi di gestione dei rischi del Gruppo e delle società in perimetro, individuando i ruoli e le responsabilità degli organi e delle strutture aziendali coinvolti nel processo. Attraverso il modello delineato da tale politica, e dalle politiche di gestione dei rischi specifici, il Gruppo definisce idonee linee guida per l’indirizzo delle attività che, su base continuativa, sono finalizzate all’identificazione, valutazione, monitoraggio e mitigazione dei rischi cui il Gruppo è esposto, anche a seguito delle proprie scelte strategiche, nonché al fine di tenere conto dei vari ambiti di attività e delle diverse normative applicabili, delle intervenute modifiche nella natura e dimensione degli affari e nel contesto di mercato, dell’insorgenza di nuovi rischi o del cambiamento di quelli esistenti.
1 La disciplina del Sistema di controllo interno e di gestione dei rischi del Gruppo Unipol è contenuta nelle “Direttive in materia di sistema di governo societario di Gruppo”, approvate dal Consiglio di Amministrazione di Unipol, nonché delle altre società del Gruppo che vi rientrano in perimetro, e periodicamente aggiornate.
[IMAGE]
[IMAGE]
Governance Responsabilità legale degli Amministratori ( law compliance ) Responsabilità Sociale, Principi etici Responsabilità sul Sistema di controllo interno e di gestione dei rischi Vigilanza sull’attuazione del MOG
Attuazione e monitoraggio del Sistema di controllo interno e di gestione dei rischi
Verifica efficienza ed efficacia del Sistema di controllo interno e di gestione dei rischi
Monitoraggio e controllo dei rischi quantificabili (Solvency II Basilea 2 - Basilea 3) Gestione del rischio di non conformità Verifica affidabilità e adeguatezza del calcolo delle riserve tecniche Solvency II Controllo dati contabili e comunicazione finanziaria Gestione rischio di riciclaggio Gestione rischio privacy
Acquisizione informazione dalle linee e dal Gruppo e riorganizzazione in viste logiche per esigenze di Governance Controlli operativi sulle singole transazioni
Azionisti CdA Collegio sindacale Comitato Controllo Rischi Altri comitati consiliari Organismo di vigilanza
Amm. Incaricato Organo con funzione di gestione Alta Direzione
Audit
Risk Management
Compliance
Dirigente Preposto, Antiriciclaggio e Data Protection Officier
Business Lines Service Lines
Livello di controllo
Funzione Attuariale
Unipol Gruppo Bilancio 2021
33
Gli Organi sociali e le strutture di vertice delle società del Gruppo sono impegnati nel promuovere la diffusione di una cultura del controllo, per abilitare il contributo attivo dell’intera organizzazione all’implementazione del Sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Al fine di rafforzare la consapevolezza di tutte le strutture aziendali in merito, oltre 6.000 dipendenti del Gruppo sono stati coinvolti in corsi di formazione (in videoconferenza ed e-learning) in materia di risk management nel corso del 2021.
Il presidio dei rischi sociali, ambientali e di governance (cd. “rischi ESG”)
Il presidio dei rischi ESG è assicurato dal Sistema appena descritto, con un primo livello di controlli, effettuati dalle strutture operative ovvero eseguiti nell’ambito delle attività di back office , diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni, cui si aggiungono i controlli di secondo livello sui rischi e sulla conformità, svolti, tra l’altro, da Compliance and Anti-Money Laundering, Risk Management e Funzione Attuariale, e i controlli di terzo livello svolti dall’Audit, ognuno per gli ambiti di propria competenza. A livello generale, come previsto dalla Politica in materia di Sostenibilità , il Consiglio di Amministrazione di Unipol, anche nell’esercizio della propria attività di direzione e coordinamento nell’ambito del Gruppo, è responsabile della definizione del modello di identificazione, valutazione e gestione dei principali rischi ESG, con il supporto del Comitato per la Sostenibilità e l’esame da parte del Comitato Controllo e Rischi e del Comitato Rischi di Gruppo 2 . La stessa Politica delinea gli impegni presi dal Gruppo per migliorare i propri risultati di sostenibilità e gestire e mitigare i rischi ESG a cui è esposto, in coerenza con il sistema complessivo di gestione dei rischi del Gruppo, nonché i ruoli e le responsabilità delle strutture aziendali coinvolte nel processo di gestione dei rischi ESG.
La gestione dei rischi ESG è frutto di un processo complesso, che utilizza strumenti diversi per identificare e valutare i rischi subiti 3 e i rischi generati 4 dal Gruppo, connessi alle dimensioni ambientali, sociali e di governance.
Tali rischi sono pienamente integrati nell’ambito dell’ ERM framework e inclusi nella tassonomia dei rischi comuni a tutto il Gruppo, definita dalla Politica di gestione dei rischi . Su tale base sono identificati sette ambiti di rischio ESG più rilevanti: il cambiamento climatico, l’aumento della polarizzazione sociale, il cambiamento socio-demografico, l’evoluzione tecnologica della società (rischi subiti); la violazione dei diritti umani e dei lavoratori, il danno ambientale e l’impatto negativo sull'ambiente e i comportamenti in violazione dell'integrità della condotta aziendale (rischi generati).
Nello specifico, poi:
i rischi subiti sono identificati sulla base di una focalizzazione dei rischi emergenti sugli aspetti ambientali, sociali e di governance, tramite l’ Osservatorio Reputational & Emerging Risk 5 ;
per rafforzare la propria capacità di presidiare e gestire in modo sistematico i rischi generati, nel 2021 il Gruppo ha impostato il proprio approccio di dovuta diligenza . Avendo come riferimento le “Linee Guida OCSE sul dovere di diligenza per la condotta di impresa responsabile” e le “Linee Guida OCSE destinate alle Imprese Multinazionali” (richiamate anche dall’art. 18 del Regolamento UE 2020/852 c.d. “Regolamento Tassonomia”), Unipol ha delineato un modello di pianificazione delle attività di dovuta diligenza, secondo un approccio risk-based , partendo dagli ambiti individuati dalle Linee Guida, a cui sono stati associati i principali rischi ESG identificati per il Gruppo, i processi aziendali interessati e i presidi strategici e normativi in essere a livello di Gruppo.
I rischi ESG sono inoltre inseriti nel Risk Appetite Statement del Gruppo. Per i rischi ESG subiti, il Risk appetite statement rimanda al framework di valutazione e monitoraggio dei rischi emergenti indicato sopra. I rischi ESG generati sono invece oggetto di monitoraggio tramite un cruscotto dedicato di KRI ( Key Risk Indicator ), volto a valutare il grado di rischiosità connesso a ciascuno dei tre ambiti ambientale, sociale e di governance. In particolare, i KRI oggetto di monitoraggio coprono i diversi rischi individuati in relazione a ciascun ambito attraverso indicatori sia di presidio che di ascolto, integrando visione interna (“ Inside-out ”) con visione esterna (“ Outside-In ”). Con cadenza almeno annuale il Consiglio di Amministrazione di Unipol Gruppo è informato sui risultati di tale monitoraggio.
2 Composto da Amministratore Delegato e Group CEO, Insurance Group General Manager, Group General Manager, Business Development and Corporate Communication General Manager, Administration Controlling and Operations General Manager, Insurance Business Deputy General Manager, Chief Investment Officer, Chief Risk Officer, Chief Regulation and Economic Studies Officer, Chief Strategic Planning and Organisation Officer.
3 Eventi che rappresentano un rischio per il Gruppo, che non ha leve per incidere sul loro verificarsi ma può solo agire per presidiarli, prevenendone o mitigandone le conseguenze, o per trasformarli in opportunità.
4 Eventi le cui cause scatenanti sono direttamente collegate all’operatività del Gruppo, rispetto ai quali il Gruppo ha leve per prevenirne il verificarsi o mitigarne le conseguenze nel caso si verificassero.
5 I rischi emergenti sono presidiati attraverso l’ Osservatorio Reputational & Emerging Risk”, costituito nell’ambito del Chief Risk Officer della Capogruppo al fine di gestire i rischi emergenti con un approccio olistico e anticipante. Tale Osservatorio garantisce al Gruppo un ascolto strutturato dei segnali di cambiamento delle diverse dimensioni dell’ambiente esterno (dimensione sociale, tecnologica, ambientale, politico-regolamentare e contesto competitivo), per anticipare i trend emergenti e prepararsi oggi ai rischi e alle opportunità di domani .
1 Relazione sulla gestione
34
Una particolare attenzione, sempre più sollecitata da istanze regolatorie, è rivolta ai rischi connessi al cambiamento climatico. Il Gruppo Unipol sta proseguendo l’implementazione di analisi di scenario finalizzate a misurare gli impatti dei rischi fisici e di transizione . Più specificamente, per quanto riguarda i rischi fisici e i rischi di transizione nell’ambito del framework di stress test progettato e riportato all'interno del Report ORSA vengono valutati specifici stress.
L’analisi dell’impatto dei cambiamenti climatici sui rischi fisici all’interno della Relazione ORSA si compone di tre livelli: analisi near-term e mid e long-term per i rischi fisici acuti più rilevanti (alluvione e tempeste convettive), nonché analisi long-term per i rischi cronici (innalzamento del livello del mare) e i rischi acuti ad oggi considerati come pericoli secondari (incendi boschivi, siccità). Le analisi, condotte incrociando le esposizioni attuali di portafoglio con le proiezioni climatiche degli scenari RCP dell’IPCC, evidenziano un incremento del rischio e delle perdite attese, in un contesto comunque caratterizzato da non trascurabili incertezze. L’analisi near-term (2030) per lo scenario RCP 8.5, che è stata condotta anche attraverso i modelli ad alta risoluzione spaziale recentemente licenziati da RMS Italy Flood e Italy SCS, è stata poi utilizzata per quantificare la perdita di fondi propri all’interno dello stress test dedicato.
In relazione alla valutazione dell’impatto dei cambiamenti climatici sui rischi di transizione, il Gruppo quantifica le perdite di valore degli investimenti finanziari, in riferimento alle diverse asset class (obbligazioni, azioni, fondi, ecc.), rivenienti dagli shock, segmentati per settore di attività (NACE), calibrati sulla base degli scenari delineati dal Network for Greening the Financial System (NGFS).
Da quando, nel 2020, il tema Natura e Biodiversità è stato introdotto nell’Osservatorio Reputational & Emerging Risk come tema “to watch”, il Gruppo ha avviato il lavoro di definizione di un framework di gestione del rischio di perdita di biodiversità, con l’obiettivo di giungere a una mappatura dei rischi naturali e alla loro declinazione sulle diverse categorie di rischio che compongono l’ERM framework del Gruppo.
Nel corso del 2021 il Gruppo ha ulteriormente consolidato il processo di integrazione dei rischi ESG nel sistema delle politiche aziendali e sviluppato procedure e strumenti per dare concreta attuazione agli impegni di presidio assunti.
Per l’applicazione delle Politiche (in particolare quelle relative a sottoscrizione e investimenti) il Gruppo ha definito processi che prevedono il coinvolgimento dell’Alta Direzione, attraverso il Comitato Rischi di Gruppo , per assumere decisioni sulla gestione di rischi ESG di particolare rilevanza (per il potenziale impatto e le dimensioni delle potenziali transazioni nelle quali emergano).
Nell’ambito della sistematizzazione del proprio approccio di dovuta diligenza, Unipol ha definito un metodo volto a stabilire un ordine di priorità delle più significative aree di rischio. Questo ha portato a calendarizzare secondo una logica risk-based i successivi percorsi di approfondimento e valutazione sui diversi ambiti.
In quest’ottica, le attività del 2022 si concentreranno sull’ambito “Diritti Umani”, fondamentale per la rilevanza dei temi considerati, la pluralità delle sfere di influenza interessate e la numerosità dei processi aziendali coinvolti. L’assessment sui Diritti Umani avrà come perimetro sia le attività dirette che le principali relazioni commerciali del Gruppo, a partire dalla catena di fornitura.
La protezione dei dati personali
Il Gruppo Unipol detiene numerosi dati personali, relativi ai comportamenti, alle risorse a disposizione, allo stato di salute, alle preferenze dei propri clienti; la mole di tali informazioni crescerà nel futuro, di pari passo con la crescente diffusione dei dispositivi connessi.
La Politica in materia di protezione e valorizzazione dei dati personali definisce le linee guida generali del Gruppo Unipol per la tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei loro dati personali. Nella Politica sono descritti il modello organizzativo (organizzazione e ruoli, persone, cultura e competenze), il modello operativo (processi, regole e documentazione) e il modello architetturale (tecnologie e strumenti) strutturati a tal fine.
Attraverso questo impianto il Gruppo Unipol attuazione al Regolamento (UE) 2016/679 (il GDPR ) e, con il supporto del Data Protection Officer di Gruppo ( DPO ) svolge in modo continuativo un’attività di valutazione dell‘effettività e dell efficacia dei presidi, dei processi e dell’impianto organizzativo attivati per l’implementazione del GDPR stesso.
A integrazione dell’impianto a protezione della privacy, Unipol ha approvato nel 2020 la Unipol Data Vision ”, che declina e articola gli impegni delle Società del Gruppo a una corretta e trasparente valorizzazione dei dati , ossia l’utilizzo dei dati al fine di creare valore condiviso tra il Gruppo, i clienti e la comunità. Questo è possibile perché la gestione evoluta dei dati supporta un’assunzione più consapevole dei rischi, in grado di rendere sostenibile la presa in carico di eventuali sinistri, e conduce a una sempre maggiore capacità di proteggere i clienti in modo accessibile; fornisce inoltre elementi utili alla definizione di iniziative di prevezione, sia a livello individuale che collettivo.
Unipol Gruppo Bilancio 2021
35
Nel corso del 2021 sono stati segnalati nelle società del Gruppo 267 data breach 6 . L’incremento registrato rispetto ai 92 casi del 2020 è principalmente riconducibile a un progressivo aumento della consapevolezza da parte dei collaboratori del Gruppo in relazione agli eventi che potrebbero comportare una violazione, anche grazie alla continua attività di formazione sui temi del GDPR, che ha generato maggiori segnalazioni.
Tutti i casi sono stati prontamente gestiti e risolti dalle società titolari competenti.
In soli 2 casi si è reso necessario effettuare una tempestiva notifica all’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, la quale ne ha poi disposto l’archiviazione in considerazione delle misure prontamente adottate. I restanti casi non sono stati notificati, in quanto non presentavano alcun rischio per i diritti e le libertà degli interessati.
Nel 2021 sono pervenute 3 denunce documentate per violazione della privacy a livello di Gruppo (erano 6 nel 2020) ricevute da parte di Enti Regolatori (nello specifico, il Garante per la Protezione dei Dati Personali), alle quali è stato dato tempestivo riscontro, senza alcun seguito da parte dell’Autorità stessa.
In materia di cyber security, la Politica di sicurezza delle informazioni prevede l’adozione di idonee misure di sicurezza fisica, logica e procedurale volte a garantire alle informazioni trattate attraverso i sistemi informatici una protezione appropriata e coerente lungo l’intero ciclo di vita.
La funzione di governo e controllo della cyber security , in staff al Group Chief Information Officer, opera in collaborazione con le funzioni operative IT per la corretta implementazione delle procedure di sicurezza, in allineamento con le Funzioni di Controllo e il DPO per recepire le normative e valutare le azioni svolte.
Nel corso del 2021 sono proseguite le iniziative previste dal Piano Strategico volte al rafforzamento e all’evoluzione della cyber security , secondo tre direttrici principali:
l’utilizzo intensivo di tecnologie e metodologie basate su best practice di mercato per il controllo dei diversi livelli dell’architettura (perimetro di accesso, protezione dei dati, vulnerabilità applicative e infrastrutturali, ecc.);
il potenziamento e l’automazione della rilevazione e della risposta agli attacchi;
gli interventi formativi tecnici per il personale IT e di awareness per gli utenti finali, integrati con le azioni di adeguamento disposte per effetto dell’evoluzione normativa .
Sono proseguite le iniziative per rafforzare la protezione dei dati e il monitoraggio della sicurezza, con l’aumento dei livelli di crittografia di siti e applicazioni esposti in internet, il potenziamento dei servizi di Threat Intelligence e Incident Detection & Response per l’automazione della rilevazione e risposta agli attacchi cyber, la conduzione di sessioni di vulnerability assessment e penetration test su infrastruttura e applicazioni con particolare riguardo a quelle più critiche ed esposte su internet.
Il sistema di presidio dei rischi connessi alla gestione e utilizzo dei dati è completato da diverse politiche di Gruppo, in particolare la Politica di gestione dei rischi, la Politica in materia di protezione dei dati personali, la Politica di gestione della continuità operativa e la Politica in materia di data governance. La Data Governance è l’insieme di processi, metodologie, ruoli e tecnologie che da un lato consente la realizzazione di una gestione formale del patrimonio informativo dati, con una chiara responsabilità degli stessi, e dall’altro offre l’opportunità di sfruttare il valore intrinseco del patrimonio informativo aziendale a supporto di strategie e obiettivi di business.
La formazione sui temi della privacy ha coinvolto gran parte dei collaboratori del Gruppo (oltre 90% dei dipendenti in Italia) e numerosi agenti e subagenti (più del 70% in entrambi i casi), mentre i corsi di cyber security, centrati su tematiche di phishing hanno raggiunto 12.626 persone della Rete (39,7%), e 8.246 dipendenti (78%).
Le Società operanti in Serbia stanno adottando modifiche ai processi interni che regolano la protezione dei dati personali per sistematizzarli e armonizzarli con lo standard europeo; per il 2022 sono stati pianificati interventi formativi rivolti ai dipendenti sul tema della privacy e della sicurezza delle informazioni.
In tema di sicurezza informatica, DDOR Novi Sad nel 2021 ha ottenuto la certificazione ISO 22301 Business Continuity Management che supporta l’organizzazione a ridurre la probabilità di incidenti, e ad assicurare la ripresa delle attività in seguito a interruzioni. Nel corso del 2021 in Serbia non è stata rilevata nessuna segnalazione di criticità dal punto di vista della privacy né per la sicurezza informatica.
6 Secondo il Regolamento GDPR il data breach è una violazione di sicurezza che comporta accidentalmente o in modo illecito la distruzione, la perdita, la modifica, la divulgazione non autorizzata o l’accesso ai dati personali trasmessi, conservati o comunque trattati.
1 Relazione sulla gestione
36
Il Modello di Organizzazione e Gestione ex D. Lgs. 231/2001
Il MOG di Unipol Gruppo è stato aggiornato a dicembre 2020 al fine di adeguarlo alle novità legislative a suo tempo introdotte; è costituito da una Parte Generale e da 14 Parti Speciali, ciascuna dedicata a una categoria di reati astrattamente ipotizzabile nel contesto aziendale della Società. Nelle Parti Speciali del MOG sono dettagliati i principi di comportamento e i principi di controllo specifici per prevenire il compimento di ciascuna delle tipologie di reato di cui sopra.
I MOG delle società del Gruppo Unipol prevedono i medesimi presidi e strumenti di controllo.
La diffusione del MOG ai dipendenti è effettuata mediante il sito intranet aziendale con la creazione di pagine web, costantemente aggiornate, che contengono il MOG, la descrizione delle sue finalità e le novità normative intervenute rispetto alla versione precedente del Modello. Gli aggiornamenti sono resi noti tramite comunicazione aziendale notificata via e-mail a tutti i dipendenti in organico. Lo stesso approccio è adottato dalle Società del Gruppo Unipol dotate di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo.
Il sistema interno per la segnalazione delle violazioni è formalizzato in una specifica Procedura per la segnalazione di violazioni (c.d. Whistleblowing ). Il personale (intendendo come tale i dipendenti e coloro che operano sulla base di un rapporto, anche in forma diversa dal rapporto di lavoro subordinato, che ne determina l’inserimento nell’organizzazione aziendale) può utilizzare una piattaforma informatica per la trasmissione delle segnalazioni in relazione a condotte illecite rilevanti ai sensi del Decreto 231/01, atti o fatti che possono costituire violazioni del MOG, nonché violazioni di altre normative puntualmente definite 7 , con modalità che garantiscono la piena riservatezza dell’identità del segnalante e dei contenuti della segnalazione 8 . Nel sistema disciplinare adottato sono previste sanzioni nei confronti di chi viola le misure di tutela del segnalante, nonché di chi effettua con dolo o colpa grave segnalazioni che si rivelano infondate. Nel corso del 2021 non sono pervenute segnalazioni di violazioni tramite questo canale.
Il compito di vigilare sul funzionamento e sull'osservanza del MOG e di curarne l'aggiornamento è affidato all’Organismo di Vigilanza (OdV), composto dai tre consiglieri non esecutivi indipendenti membri del Comitato Controllo e Rischi, e da ulteriori due membri dell’Alta Direzione aziendale, responsabili rispettivamente della Funzione di compliance e della Funzione di auditing.
Presso tutte le Società del Gruppo Unipol interessate dalla Normativa Antiriciclaggio (Decreto Legislativo 231/2007 e successive modifiche e integrazioni) è stata istituita un’apposita struttura preposta alla gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo. Il Gruppo ha inoltre messo a disposizione un corso online sul reato di riciclaggio, con l’obiettivo di supportare coloro che gestiscono direttamente la clientela nell’adempimento degli obblighi derivanti dalle Disposizioni regolamentari; a fine 2021 il corso era stato fruito dal 93% dei dipendenti delle società assicurative italiane, con un incremento di 8 punti percentuali sull’esercizio precedente.
Per le Società operanti in Serbia vigono procedure interne in linea con le disposizioni di legge locali, ed è attivo un monitoraggio continuo delle attività di prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo.
La società UnipolRe dispone di propri presidi antiriciclaggio, antiterrorismo e anticorruzione secondo le prescrizioni locali ed è soggetta a revisione e sanzione da parte dell’organismo di sorveglianza, la Banca Centrale d'Irlanda.
Sistema di Controllo interno e di gestione dei rischi
Nel Gruppo Unipol la struttura e il processo di Risk Management si inseriscono all’interno del più ampio Sistema di controllo interno e di gestione dei rischi già illustrato nella Relazione Annuale Integrata, a cui si rinvia.
I principi e i processi del Sistema nel suo complesso sono disciplinati nelle seguenti politiche di Gruppo: “Politica di gestione dei rischi”, “Politica di valutazione interna attuale e prospettica dei rischi e della solvibilità”, “Politica di gestione del rischio operativo” e “Politica sulla concentrazione dei rischi a livello di Gruppo”.
Parte integrante di tale Sistema sono inoltre le politiche che declinano i principi e le linee guida in materia di (i) gestione di fattori di rischio specifici (ad esempio la “Politica in materia di investimenti” in relazione ai rischi di
7 Si fa riferimento (i) al Regolamento (UE) n. 596/2014 relativo agli abusi di mercato (“MAR”), (ii) al D.Lgs. 21 novembre 2007, n. 231 in materia di prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, (iii) al D. Lgs. 7 settembre 2005, n. 209 (“CAP”), (iv) al D. Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (“TUF”).
8 La piattaforma informatica adottata dal Gruppo consente di (i) gestire in modo pseudonimizzato le segnalazioni e (ii) tenere traccia in modo criptato delle relative informazioni. L’accesso a queste ultime è limitato a membri individuati delle strutture aziendali competenti alla ricezione, esame e valutazione delle segnalazioni whistleblowing .
Unipol Gruppo Bilancio 2021
37
mercato e rischio liquidità, e le “Linee guida per l’indirizzo dell’attività di assunzione del rischio di credito”, c.d. Credit Policy), (ii) gestione di un rischio all’interno di un processo specifico, (iii) mitigazione di un rischio, e (iv) gestione dei modelli di misurazione del rischio.
I processi di identificazione, valutazione e monitoraggio dei rischi sono effettuati su base continuativa, per tenere conto sia delle intervenute modifiche nella natura e dimensione degli affari e nel contesto di mercato, sia dell’insorgenza di nuovi rischi o del cambiamento di quelli esistenti.
Tali processi sono svolti secondo modalità che garantiscono un approccio integrato a livello di Gruppo: la Capogruppo garantisce che la Politica di gestione dei rischi sia attuata in modo coerente e continuativo all’interno dell’intero Gruppo, tenendo conto dei rischi di ciascuna società ricompresa nel perimetro della vigilanza sul Gruppo, nonché delle reciproche interdipendenze.
Risk Appetite e Risk Appetite Framework
Il Sistema di gestione dei rischi adottato dal Gruppo è ispirato a una logica di e nterprise risk management , ovvero è basato sulla considerazione, in un’ottica integrata, di tutti i rischi attuali e prospettici cui il Gruppo è esposto, valutando l’impatto che tali rischi possono avere sul raggiungimento degli obiettivi strategici e poggia su un elemento fondamentale, ovvero il Risk Appetite .
La determinazione del Risk Appetite nel Gruppo si articola in via generale, in termini quantitativi, secondo i seguenti elementi:
capitale a rischio;
adeguatezza patrimoniale;
indicatori di liquidità/ALM.
Inoltre, sono definiti obiettivi in termini qualitativi, con riferimento al rischio di non conformità, ai rischi emergenti e strategici, al rischio reputazionale, ai rischi ESG (Environmental, Social and Governance) e al rischio operativo.
Il Risk Appetite è formalizzato tramite il Risk Appetite Statement che indica i rischi che il Gruppo e/o la singola società intende assumere o evitare, ne fissa i limiti in termini quantitativi, nonché i criteri qualitativi da tenere in considerazione per la gestione dei rischi non quantificati.
Il Risk Appetite si inserisce all’interno di un quadro di riferimento, il Risk Appetite Framework (RAF). Il RAF è definito in stretta coerenza e in puntuale raccordo con il modello di business, il Piano strategico, il processo Own Risk and Solvency Assessment (“ORSA”) e l’ Internal Capital Adequacy Assessment Process (“ICAAP”), il budget, l’organizzazione aziendale e il sistema di controllo interno.
Il RAF definisce il Risk Appetite e gli altri componenti che ne permettono la gestione, sia in condizioni normali, sia in condizioni di stress.
Tali componenti sono:
la Risk Capacity;
la Risk Tolerance;
i Risk Limit (o Limiti operativi di rischio);
il Risk Profile .
L’attività di definizione delle componenti del RAF è dinamica nel tempo e riflette gli obiettivi di gestione dei rischi correlati agli obiettivi del Piano strategico. Annualmente si procede a una verifica nell’ambito del processo di assegnazione degli obiettivi di budget. Ulteriori analisi ai fini del controllo preventivo del Risk Appetite , e in particolare dell’adeguatezza patrimoniale, vengono